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La lunga marcia verso Leiden
Martedì 14 agosto 2007 Anno tecnologico questo, in viaggio. All’ultimo momento, ieri sera prima di partire, mi è venuta la magnifica idea di portarmi dietro il computer portatile, io che son sempre stato fermamente convinto che un pc per essere degno di questo nome debba essere almeno una torre: i bit i byte e gli slot, le ram le rom e i drive devono avere abbastanza spazio per distendere il loro potenziale, per far scorrere gli elettroni. Però... bhè, ho pensato, visto che sono in giro da solo, senza aver prenotato
nulla e senza essermi neanche posto seriamente il problema di cosa visitare in questa settimana che mi separa dal meeting, forse portarsi il pc non sarebbe una cattiva idea, mi son detto. Le attarattive per il comune turista a Mulhouse, graziosa cittadina come per lo più sono quelle francesi, in vero sono poche. In pochi probabilmente l'avranno mai sentita nominare. Ma per l'appassionato di cose antiche, treni nello specifico, come io sono, Mulhouse un piccolo paradiso, ospitanto il "Musée français du chemin de fer". Vi ero già stato qualche anno fa, il 2002 se non ricordo male. Ma recentemente ho letto che al museo avevano fatto diversi cambiamenti, con nuovi allestimenti e altro; e così, forse per fugare l'impressione solo in parte ositiva che il museo mi aveva fatto alla prima visita, ho deciso di consacrare a questo tempio della ferrovia francese la prima tapa del mio viaggio, e questa visita mi e piaciuta molto più della precedente. La prima volta ero rimasto un po’ deluso: non che questo museo non valesse la pena di essere visto, ma era troppo statico, una collezione eccezionale (e come raccolta di rotabili e materiale ferroviario è una delle più belle al mondo), ma fredda, solo pezzi messi li senza essere in grado di rendere al visitatore l’essenza della ferrovia. Ora invece sono stati aggiunti allestimenti veramente belli! Inoltre, per chi fosse interessato, sempre qui a Mulhouse c’è un museo dell’automobile veramente notevole (mi dicono, ovviamente; io manco mi ci avvicino. Mica vanno a vapore quelle!), ed altri vari musei, fra cui il Musée EDF Electropolis, che penso di andare a vedere domani prima di rimettermi in viaggio per la prossima tappa verso Leida: La Louviere, Belgio, da dove vi stupirò con altre mirabolanti meraviglie! (chiedetemelo pure: “Ma dove caspio li trovi ‘sti cavolo di posti assurdi? Ci hai
studiato o ti vengono così?”. Risposta: “Mhhh… dire che ci capito per sbaglio non regge come scusa, vero? Peccato!”)
Giovedì16 agosto 2007 Perché si viaggia? Ovviamente non parlo del viaggio fatto per necessità, perché si deve andare a vedere qualcosa o qualcuno. Non ho mai concepito il viaggiare per rilassarsi: francamente mi rilasso molto di più quando me ne sto a casa, dove ho tutte le mie cose, le mie piante, i miei animali, i miei libri e tutto il resto. E allora? Viaggiare è per me vedere cose nuove, inaspettate, diversi modi di vivere, rendersi conto che il mondo non è limitato ai nostri soliti percorsi quotidiani, ma è molto
più grande e vario. Belle le città, belle le chiese (io adoro le cattedrali gotiche!) e belli i musei e i quadri e le statue. Ma tutte queste cose hanno un qualcosa di scontato. Quello che mi piace è soprattutto andare alla ricerca dell’inaspettato, in particolare se attinente alla grande rivoluzione tecnica dell’ottocento, quel grande moto di trasformazione che ha definitivamente elevato l’uomo. Basta una parola, una nota al margine di una guida turistica, un accenno su una rivista o un sito internet per scoprire
cose strabilianti; ed eccomi quindi a La Louviére, Belgio.
Ultimo aggiornamento: 14 04 2012 Torna alla HOMEPAGE - Sito sviluppato da Andrea M. "Steam" Rivolta -
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